sabato 23 giugno 2012

Karma is a funny thing

Dal film "The Millionaire"
Io credo nel Karma.
Se una persona si comporta bene, Dio/il Destino/il Grande Demone Celeste/il Fato/la grande bilancia cosmica lo premieranno e gli faranno capitare qualcosa di buono.
Se una persona non rispetta gli altri e se ne approfitta, il Karma lo punirà.
Spesso sembra che il mondo non funzioni così, ma prima o poi il Karma mette tutto a posto.
Se succede una sfiga che non ti meriti, aspettati un evento positivo, è dietro l'angolo.
Se ti succede una bella cosa che non ti meriti, arriverà una stangata per compensarla.

Sono in stazione, di notte.
Destinazione Roma, per registrare un episodio di un quiz TV.
Il treno sta per arrivare, io decido di prendermi una mini-piadinetta sotto vuoto. Una robetta che di sicuro avrà lo stesso sapore di un foglio di carta, ma mi prende una fame improvvisa ed è la cosa più succulenta a portata di mano. Inserisco i 2 euro nel distributore. Il treno che devo prendere arriva.
Digito il codice del prodotto, ma non succede nulla. Prodotto non disponibile. Cioè, io dal vetro lo vedo, ma evidentemente il cervellone elettronico si crede più intelligente di me. Digito un altro codice prodotto, ma non cambia nulla. E così per altri prodotti. Poco male, la targhetta sul distributore automatico mi informa che le monete rimaste bloccate vengono restituite automaticamente dopo 2 minuti.Per fortuna.
Il treno fischia. Sta per partire.
Mi trovo in questa simpatica situazione da Homer Simpson in cui posso decidere se perdere il treno per aspettare i miei 2 euro, o se perdere i soldi. No, davvero, per qualche secondo, per una questione di principio, le mie sinapsi volevano riappriopriarsi della monetina. Poi vabbè, salgo sul treno.
Ma con quella moneta abbandonata nel distributore, maledizione.

A questo punto, considerando l'enorme ingiustizia che mi è capitata, il Karma dovrebbe equilibrare tutto.
Ho perso soldi, il modo migliore per mettere tutto a posto sarebbe farmi trovare dei soldi per terra.
Oppure, chessò, visto che sto andando a registrare un quiz televisivo, potrei vincere 2 euro. Se invece di 2 euro poi saranno diverse migliaia di euro, prometto che non mi lamenterò.
Ecco, è con questo ottimismo e profonda fiducia nel karma che arrivo a Roma e registro la puntata del quiz.
 
Quindi, in questo momento potrei essere un miliardario.
O semplicemente un pirla che è andato a fare una figura ridicola che sarà trasmessa e vista in tutta la nazione.
Ma finchè la puntata non andrà in onda, nessuno al di fuori di me potrà saperlo (ho firmato un contratto di segretezza). È assurdo vivere in questa bolla spazio-temporale in cui so cos'è successo, mentre tutti mi chiedono com'è andata e vorrebbero sapere. È come se vivessi in una realtà parallela, come se avessi un dono di onniscenza, e tra qualche giorno mi riallineerò con il mondo reale.

Vabbè, tra qualche giorno tutto tornerà alla normalità. Forse.
"Il Braccio e la Mente", su Canale 5, ore 18.40. Un giorno della prossima settimana, probabilmente mercoledì, ma la produzione del canale non è sicura, potrebbe anche essere un altro giorno della prossima settimana. Voi comunque fate il tifo per me, magari riuscite a farmi andare meglio di quanto non sia andato durante la registrazione della puntata.

sabato 16 giugno 2012

But there's nowhere to hide from the ghost in my mind

Spring Awakening. Cinque repliche e mezza (più avanti spiegherò "la mezza") di grande soddisfazione.
Un mese e mezzo di lavoro culminato nel migliore dei modi.
Una cornice meravigliosa, calda e luminosa di pomeriggio quando la storia prendeva vita di pomeriggio, fresca e magica di sera con i fantastici giochi di luce.
Il tutto con gli effetti speciali della natura, che ci ha gentilmente offerto alberi, ombre, folate di vento e cadute di petali/foglie al momento giusto meglio di quanto avrebbe potuto fare qualunque programma di computer grafica.
Una band dal vivo in grado di infondere un'energia immensa, con cui scambiare anche qualche risata tra un cambio di microfono e l'altro.

Salire sul palco e sentire l'energia giusta.
Trovare e capire a fondo personaggi che ero convinto di conoscere già.
Immergersi a 360° nella tristezza e nello schifo della razza umana: arroganza, prepotenza, violenza, orgoglio, abbandono, sconfitta, egoismo, ipocrisia, perdita. Andare in scena e a fine replica sentire il desiderio di fare una bella doccia emotiva, di quelle che mi fanno tornare la fiducia nell'umanità che ho sempre avuto.
Lasciare Spring Awakening con taaanta soddisfazione per aver raggiunto un buon risultato al di fuori della mia zona di comodità, e dimostrare che non so solo far ridere il pubblico. E strappare più di una lacrima in platea.
Complimenti, molti complimenti, enormi complimenti. Anche a me, ma allo spettacolo tutto, giudicato da molte persone del settore come uno dei migliori visti negli ultimi mesi, paragonato qualitativamente addirittura ai successi di West End.

Uno spettacolo che mi ha fatto crescere un bel po', forse più di quanto si sia visto dall'esterno.
Uno spettacolo che mi ha riavvicinato al mio "lato oscuro", scoprendo che può benissimo convivere con l'allegro folletto dei boschi senza per questo diventare una persona che non mi piace.


E prima di potersene accorgere, arriva la sera dell'ultima replica.
L'adrenalina per il gran finale sale, purtroppo funestata da scuri nuvoloni. E dalle prime gocce che precipitano dal cielo.
Lo sconforto inizia a serpeggiare, l'ora dello spettacolo si avvicina, il pubblico arriva ma con dubbio, tra gli addetti ai lavori non si sa se la replica si farà o meno.
Io, forte del mio ottimismo donchisciottesco, inizio a indossare il costume, mi trucco, mi parrucco, preparo i miei oggetti di scena, mentre tutti gli altri sconsolati fanno le borse pronti per andare a casa.
Ma no, non esiste, smetterà di piovere, ripeto. E nel frattempo inizio anche a pensare a soluzioni alternative per andare in scena.

Quel briciolo di positività che c'è nell'aria si concretizza in canti e balli sul palcoscenico per far smettere di piovere, sotto gli occhi di un pubblico (o aspirante tale) divertito.
Ma niente, pioggia.
Si aspetta ancora un po', per vedere se spiove, ma l'ora prevista per l'inizio è già passata da mezz'ora.
Ed ecco la ferale notizia, convocati dietro le quinte: per non rischiare un corto circuito con l'impianto luci e audio, non si può andare in scena.
Intanto, fuori, il pubblico resiste, in maniera commovente, seduto sotto la pioggia, in attesa di quello spettacolo che chissà se comincerà.
Per non mandarli a casa del tutto insoddisfatti, proponiamo di uscire e, al buio e in versione unplugged, poter eseguire almeno il brano corale conclusivo. Si fa. La pianista non si ferma e attacca con un'altra canzone. E un'altra. E un'altra ancora. Un concerto improvvisato permeato da una malinconia mista a rabbia, ma anche tanta volontà di emozionare quelle persone che per vederci hanno resistito in quella situazione improbabile.
E nel frattempo il cielo si apre.
Perchè non fare allora tutto lo spettacolo in questa condizione light?
I piani alti parlano, discutono, riflettono, io aizzo il pubblico a chiedere Spring Awakening a gran voce, e alla fine il responso: si fa.
Pronti, via! Si spazza il palcoscenico dall'acqua accumulata, i più scettici vanno finalmente a indossare il loro costume, e si comincia illuminati solo da due fari in lontananza.
L'energia è tanta, forse più di tutte le altre repliche, nonostante la povertà visiva e gli aggiustamenti inventati sul momento per evitare di scivolare rovinosamente a terra. Ma almeno uno spettacolo c'è, si sta facendo, stiamo emozionando le persone davanti ai nostri occhi.
Poi, ricomincia a piovere.
Inizia a serpeggiare lo spettro dell'interruzione, ma noi andiamo avanti, cerchiamo di non pensarci, si prosegue, sempre e comunque... fino all'interruzione.
Di quest'ultima serata mi rimarrà sempre il ricordo della tenacia dimostrata, dell'entusiasmo della compagnia, dell'affetto dimostrato dal pubblico... e si rafforza la mia convinzione che pensando positivo e non arrendendosi qualcosa si ottiene sempre.

giovedì 7 giugno 2012

Goodbye Winter


Per più di un mese la mia vita è stata quasi unicamente "Spring Awakening", il musical di fine anno dell'accademia che frequento.
Rock, divertente, commovente, intelligente, figo.

Per tutto questo tempo sono dovuto immedesimarmi in 9 diversi personaggi, uno peggio dell'altro. Le persone più disgustose che possono esistere al mondo, o persone a cui accadono i fatti più strazianti che possano capitare. O le due cose assieme. Diversi giorni sono uscito dalle prove con gli occhi ancora gonfi dal pianto, e per masochismo-stakanovismo, mi immergevo anche in solitaria nei miei personaggi per approfondirli ulteriormente, e come mai prima d'ora ho goduto l'esperienza di farmi manovrare da un personaggio.

È stato un periodo strano, un periodo in cui per staccare da tutta questa angoscia ho avuto bisogno di trovare arcobaleni e unicorni che equilibrassero lo sguardo sul mondo. Ho dovuto sopravvivere ad alcune assenze. Ho trovato un po' di sollievo tra sfere trasparenti al luna park ed abbuffate a suon di mezzi chili di pastasciutta. In un momento d'emergenza delle prove, sono arrivato a pettinarmi con un'arricciaspiccia (grazie Scuttle). Come al solito ho cercato di regalare sorrisi agli altri, in giornate in cui avrei preferito sdraiarmi su un divano a fissare il soffitto e restarci. Ho scoperto ancora una volta, sempre con estremo disappunto, di non essere un supereroe e di non riuscire a salvare tutte le persone che vorrei salvare. Sono stato vicino a chi potevo, ma forse non era abbastanza.
E come al solito, ho trovato rifugio tornando a immergermi nello spettacolo, perchè il teatro riesce sempre a salvarmi. Nonostante i terremoti, le scosse continue anche durante le prove (che non riescono a fermarci, in nessun modo, indipendentemente dalla magnitudo) the show must go on, e quando lo vedo prendere forma, tutto scompare. O quasi.
Perchè cominciare a provare coi costumi, vedere le scene che iniziano ad avere un senso e ad emozionare, veder comparire la band dal vivo ed immergersi nella suggestiva cornice in cui ci esibiremo, mi fa tornare nel mio mondo di sogno.

E poi, la vigilia del musical.
Andando in scena in un teatro open air non si possono fare i puntamenti luci di giorno, per colpa del malvagio Sole, così le giornate tecniche in loco sono state dedicate ad altro, potendo concentrarsi sulle luci solo al calare delle tenebre. Il che si è tradotto in una nottata trascorsa, assieme a pochi altri resistenti sopravvissuti, a delirare mentre il comparto visivo dello spettacolo prendeva forma: risate, attori che si triplicano i ruoli nella stessa scena, urli di stanchezza, piadine portate sul palcoscenico per salvare i valorosi, le battute più assurde di sempre (lo sapevo già che la privazione del sonno aveva questi effetti su di me), e un rush finale per cercare di finire prima dell'alba.
Potevo andarmene a casa ore prima, ma è più forte di me: devo vivere tutte queste esperienze per sentire ogni singolo aspetto dello spettacolo entrarmi nelle vene. Così adesso, anche se sono andato a dormire alle 5.30, sono pronto a "Spring Awakening".
Probabilmente lo spettacolo più bello a cui abbia partecipato finora, e probabilmente quello che mi ha dato di più nel mio percorso attoriale. Comunque tutto quanto è avvenuto finora è solo la prima metà dell'avventura, da stasera cominciano le repliche.

Io fossi in voi non me lo perderei, e chi mi conosce sa benissimo che non promuovo ai quattro venti i miei spettacoli che non sono qualcosa di davvero eccezionale. Se -ahimè- non ci sarete, vi racconterò com'è andata.