sabato 20 aprile 2013

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Negli ultimi mesi ho sviluppato un particolare interesse e apprezzamento per i testi di Harold Pinter, un autore al quale mi ero avvicinato nel periodo in cui muovevo i miei primi passi nel mondo del teatro, non mi era piaciuto granché per cui l'avevo subito accantonato, preferendo dedicarmi ad altri autori da scoprire.
E invece, qualche anno dopo, ritrovandomelo tra i raggi della bicicletta sulla strada dell'accademia, è scoccata una scintilla. Mi piace.
Sarà l'esperienza teatrale maturata in tutti questi anni, sarà il passare del tempo e il conseguente evolversi della mia mentalità, ma sono attratto da molti elementi dei suoi testi. Personaggi con addosso una maschera, identità di facciata, sottotesti e segreti...
Non che sia il mio mondo, mi ritengo una persona abbastanza trasparente, e questa idea è stata spesso avvallata dalla prima opinione che le persone si fanno di me o dalla mia descrizione che fanno gli amici che mi conoscono veramente.
C'è però un'eccezione.
E ne ho trovato una corrispondenza in Pinter, proprio in una scena su cui devo lavorare.
"Tradimenti". Per chi non conosce: un uomo ha scoperto che sua moglie la tradisce col suo migliore amico. Cosa fa? Lo dice alla moglie? Le urla in faccia? No.
Continua a far finta di niente, continua a buttare lì l'argomento come se nulla fosse, spingendola a sentirsi in colpa, la tortura emotivamente, ma con una facciata di quotidianità e cordialità da perfetto ingenuo.
Ecco, questa situazione l'ho vissuta.
Cioè, non proprio quella, volendo qualcosa di molto vagamente simile, ma sto generalizzando: quando scopro che una persona a me vicina mi fa un torto e lo scopro, difficilmente sbraito o dò in escandescenze, ma in sua presenza riesco a mantenermi abbastanza freddo e mi godo le sue acrobazie per continuare a far finta di niente.
E succede sempre più spesso, sarà perché negli ultimi anni sto imparando a capire meglio le persone, sto diventando più perspicace e intuitivo, e in tutto ciò il karma evidentemente mi dà una spinta ad imbattermi davanti agli indizi giusti.

Se mi parli alle spalle e con me continui a fare l'amicone e io lo scopro, non te lo vengo a dire.
Se vuoi farti bello raccontandomi qualcosa che non è mai avvenuto e io lo scopro, non te lo vengo a dire.
Se ti permetti di "darmi consigli sinceri" quando in realtà sono dettati unicamente dal tuo tornaconto e io lo scopro, non te lo vengo a dire.
Se usi una finta scusa perché non hai voglia di fare una cosa con me e lo scopro, non te lo vengo a dire.
Se violi la mia privacy facendoti gli affari miei guardando dove non dovresti e io lo scopro, non te lo vengo a dire.
Ma magari giro attorno all'argomento, mi godo come continuerai a contraddirti o a ribadire qualcosa che so essere falso, traendone poi le dovute conclusioni.

Ok, magari non sarà il comportamento più onesto del mondo, ma se una persona mi racconta una bugia (più o meno grave, ovviamente ci sono vari livelli) o agisce alle mie spalle, rivoltargli contro il suo "mo' ti faccio fesso" mi sembra il minimo.
E poi ognuno di noi è fatto in modo diverso: c'è chi si sfoga per tutte le cose che deve sopportare con le lacrime, chi con urli, chi si vendica... a me lasciate il piacere intellettuale di stuzzicare e sentirmi segretamente superiore a una persona che crede di riuscire a fregarmi.