lunedì 28 dicembre 2015

Home Alone


Sono finalmente andato a vivere da solo, come il buon Jerry Calà. 
In realtà cercando di far stare in una casa tutto ciò che volevo mi sono sentito più come il ragazzo di campagna (taaaac) di Renato Pozzetto, ma dopo un anno di sudore e fatica, vedo intorno a me l'appartamento che avevo nella mia mente.
Finalmente lontano da mia madre e dal manto di negatività che mi avvolge in sua presenza, posso affrontare con una nuova carica di energia questa ripartenza - da molti punti di vista - dopo un anno che non definirei proprio positivo.
Ma ora mi guardo attorno, sono immerso tra i colori, le forme, le scritte e le stramberie che ho scelto, e sto bene. 
Sono riuscito a fare di questo appartamento esattamente ciò che volevo, quindi posso fare tutto.
In realtà da sempre ho avuto la possibilità di riuscire in ciò che volevo, era sufficiente crederci, e questa casetta è un promemoria per gli anni a venire.
In barba a tutti gli idraulici, i muratori, i piastrellisti, gli elettricisti che "No, non si può fare" alla prima richiesta fuori dagli schemi. 

Dicono che il trasloco è l'esperienza più stressante che un essere umano possa vivere dopo la violenza sessuale. Aggiungete a ciò una ristrutturazione, e le cose si complicano. Ma soprattutto, mettete tutto questo in mano a una persona come me che non ha alcuna intenzione di fare le cose "come si sono sempre fatte" e il processo diventa ancora più arduo.
Per ogni ostacolo o richiesta impossibile sono riuscito a trovare un modo per aggirare i problemi, un espediente con cui rendere fattibile e semplice qualcosa che gli addetti ai lavori trovavano improbabile.

Non è tutto-tutto pronto, mancano ancora le tende, qualche mobile, ho quintali di libri ancora da traslocare per riempire gli scaffali. 
Ma il più è concluso, e per definire un traguardo ho fatto una festa d'inaugurazione, inaugurando gente da ogni dove. Ho visto amici che non vedevo da tanto, mi sono divertito con persone che purtroppo ho occasione di vedere soprattutto per lavoro, ho riso, ho giocato, ho organizzato una caccia al tesoro. Sono stato bene.
Mi ha fatto piacere vedere che un po' tutti hanno apprezzato questo mio nido, o -se così non è- almeno hanno finto molto bene. Chi temeva stessi allestendo la fabbrica di Willy Wonka ha detto che invece è bella, e le stramberie hanno davvero un bell'impatto. Nerd e teatranti hanno goduto di qualche chicca qua e là, ma una delle più grande soddisfazioni è stato sentirmi dire che nonostante tutte le idee, sembra una casa "semplice" da realizzare, non traspaiono tutte le fatiche che ho dovuto superare negli ultimi 12 mesi per ultimarla.

È un po' il modo in cui cerco di vivere, con un sorriso in faccia e ciò che di meglio posso trasmettere agli altri, senza appesantire con ciò che avviene dietro le quinte.
Ma ora Casa Montori, la movida è qui, party never stop, eventi come se piovessero, ogni mese.

...ma chi voglio prendere in giro: passerò tutte le giornate a guardare telefilm a letto, con le tapparelle abbassate, accogliendo gatti randagi.