domenica 4 marzo 2012

Capelli, birilli e un libro

Credo proprio che comincerò a misurare l'intensità della mia vita dalla lunghezza dei miei capelli. Ora come ora ho in testa un cespuglio di rovi privo di forma. I miei barbieri mi hanno detto tutti che ho dei capelli come filo spinato, nessun gel o crema devolumizzante riesce a tenerli a bada, e 2-3 ore dopo averli lavati cominciano già ad andare ognuno in una direzione diversa.
Li ho sempre tenuti abbastanza corti, ma da quando ho cominciato l'accademia me li sto facendo un po' crescere così che siano acconciabili, peccato che il confine con lo spettinamento apocalittico sia molto sottile.
Se avessi tempo farei periodicamente una sosta ai box per aggiustarli, ma la vita si sta risucchiando ogni attimo di tempo libero che avevo. E dato che non ho ancora trovato barbieri che aprono alle 6 di mattina, oppure che rimangono aperti dopo le 10 di sera, inizia ad essere un'impresa trovare il modo di farmi lo scalpo.

Credo proprio di essere un inconsapevole campione di bowling.
Qualche giorno fa ho perso la mia verginità bowlingesca (no, nessun giochino strano con un birillo, semplicemente la prima partita che io abbia mai fatto) e ho scoperto di essere pure abbastanza bravo. Soprattutto per una prima partita, ho fatto strike, spare, e altri bei tiri con nomi strani che sembra siano proprio da figo. Poi ho rovinato tutto per fare il minchione, ma con un po' d'impegno potrebbe essere la mia vera strada. Altro che il musical theatre, tzè!
D'altronde, anni e anni di pratica con Wii Bowling e di studio di Homer Simpson, Fred Flinstones e il Drugo, sono serviti a qualcosa.
Se non mi dovesse andare bene neanche il bowling, al massimo ho sempre Dance Dance Revolution.

Credo proprio che scriverò un libro.
È una cosa che ripeto da qualche mese, quasi per scherzo. Lo alterno con "scriverò un telefilm", ma in effetti una sceneggiatura seriale richiede troppo tempo, e senza telecamere, set e un cast di attori bellocci non sarebbe mai un'opera compiuta. Invece un libro me lo scrivo da solo sui fogli bianchi di Microsoft Word, poi sta lì. Non è detto che dovrà per forza essere pubblicato, ma di sicuro dovrà esistere, perchè gli ultimi mesi della mia vita sono stati qualcosa che neanche le menti degli autori più fantasiosi potrebbero partorire.
Inizialmente era quasi un tormentone per autoderidere le assurde situazioni in cui riesco ad infilarmi, ma il livello raggiunto mi ha spinto a convincermi che un'odissea tale non può rimanere racchiusa solamente nella mia mente e nei ricordi.
Gli scrittori ricordano tutto, Paul. Specie quello che fa male. Spoglia uno scrittore, indicagli le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ognuna, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice. [Stephen King, Misery]

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