martedì 29 ottobre 2013

Freaky Saturday

Quante volte vi è capitato di desiderare di scambiare la vostra vita con quella di un'altra persona?
A me mai.
Sono serio: sono una persona felice, sono soddisfatto di ciò che ho e dei traguardi che sto raggiungendo, le persone che mi stanno attorno mi strappano un sorriso.

Ma non è così per tutti, ci sono anche un sacco di racconti e film basati su uno scambio di identità che si verifica in modo più o meno magico: un ricco che si scambia con un povero, un uomo che si scambia con una donna, un figlio che si scambia con il genitore...
La morale di solito è sempre quella: dopo qualche giorno ognuno ritorna a vivere la propria vita, comprendendo che se all'inizio l'erba del vicino è sempre più verde, ognuno ha le proprie gioie e dolori, però alla fine essere ciò che si è sempre stati non è poi così male...
Ma la curiosità di aprire una finestra nelle vite degli altri rimane e, per quanto mi riguarda, se mi capita l'occasione lo faccio. Non è la prima volta, ho già deciso senza motivi troppo validi di trascorrere una giornata da barista, di cambiare programmi e fare qualcosa di diametralmente opposto dal mio stile di vita e dalle mie abitudini.
Per un giorno, sbircio nel mondo reale cosa fanno le altre persone che non sono me, condividendone i rituali e la quotidianità. Comportarsi come qualcun altro, che è poi quello che è richiesto a un attore.
Sabato scorso, è successo questo:

In 24 ore mi è successo davvero di tutto, un mondo di situazioni diverse da ciò che vivo ogni giorno, nel video se ne vede solo una piccola parte...
Sono stato svegliato da un bambino di 1 anno e mezzo che senza avermi mai visto prima è ventuo ad abbracciarmi nel divano letto, ho letto libri per bambini facendo le voci buffe, ho cambiato pannolini, ho distribuito Viagra in farmacia, ho scoperto un sacco di inaspettate conoscenze in comune, ho conosciuto le foglie appiccichine, ho aiutato a preparare una focaccia che poi non sapevo riconoscere, sono stato umiliato al torneo di biliardino in una parrocchia sui monti, e molto altro ancora.
Sono stato accolto da una famiglia che non mi aveva mai visto prima (se non sul palcoscenico) e che mi ha fatto sentire davvero a casa. È affascinante entrare nelle dinamiche e nel mondo che delle persone si sono costruite, come una mosca che può sbirciare liberamente. E divertirsi, aiutarsi a vicenda...
Chiedo scusa a chi trova assurdo il mio ottimismo, ma finché può esistere una giornata come questa, condivisa da due sconosciuti, io continuerò ad avere fiducia nel prossimo.

...ah, e tranquilli: se avete voglia di vedere spettacoli del Teatro a Molla andate pure a teatro senza timore, non sono solito ripetermi quindi dubito che mi insinuerò di nuovo nella vita di uno spettatore in questo modo. Ma si tratta pur sempre di teatro d'improvvisazione, state attenti perché non si sa mai cos'altro potrebbe accadere!

domenica 20 ottobre 2013

Irony Man

"Beati quelli che sanno ridere di stessi, perché non finiranno mai di divertirsi."

Uno degli aspetti della mia persona che preferisco è quello di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, e anche in una situazione negativa riesco sempre a trovare il lato comico che mi permette di sdrammatizzare e alleggerire l'atmosfera.
Non è un voler essere per forza il pagliaccio di turno, è semplicemente un approccio più rilassato alla vita.
Hakuna Matata!
Ho sempre cercato di seguire questa filosofia, ma mi sono reso conto di quanto fosse radicata in me quando dopo un incidente, al quale sono sopravvissuto per miracolo, la mia prima reazione è stata rispondere con sarcasmo a chi tentava di venirmi in aiuto.
È inutile, potete farmi le peggiori bastardate, ma non mi vedrete ribaltare tavoli o urlarvi addosso. Però posso prendere tutta la mia energia positiva, concentrarla in una sfera color arcobaleno e poi scagliarvela contro. Quindi, state attenti.

Preferisco ridere degli altri, ridere delle sfortune, ridere di me stesso. Ho dei difetti e ne sono consapevole, ma io per primo mi prendo in giro. Se faccio una cavolata, probabilmente sarò il primo a raccontarla in giro e a bullarmi di quanto io sia stato stupido.

...e poi ridere fa bene alla salute, è scientificamente provato.
I bambini ridono in media 400 volte al giorno, gli adulti 15. La domanda giusta non è "Perché ridi?" ma "Perché non ridi più?"
Solo perché io rido spesso, non significa che la mia vita sia sempre facile. Solo perché ogni giorno ho un sorriso sul volto, non significa che qualcosa non mi stia preoccupando. Semplicemente scelgo di andare avanti e cerco di vivere tralasciando ciò che è negativo.
È facile dire: "Questo mondo è uno schifo". È molto più difficile mettersi lì e dire: "Adesso provo a spiegarti perché devi avere delle speranze."

Vale la pena arrabbiarsi, entrare in modalità aggressiva o di autocompatimento?
Lo so, questo il più delle volte fa sì che dall'esterno io sia visto come una persona con la profondità di un Teletubbies... sarebbe molto più figo fare uno sguardo cupo e guardare l'orizzonte con un mantello nero seduto su un gargoyle.
Ma non è da me.
Preferisco fare una risata in più, piuttosto che piangermi addosso.

Puffunghé.

sabato 12 ottobre 2013

Che cosa desidero?

"Che cosa desideri? Che cosa ti rende felice? Che cosa ti piacerebbe fare?"
Faccio spesso queste domande ai miei studenti e loro mi rispondono: "Bè, ecco, abbiamo appena finito la scuola superiore e non abbiamo ancora un'idea chiara..."
Così gli chiedo: "Cosa fareste se il denaro non fosse importante? Come trascorrereste la vostra vita per godervela veramente?"
La classe a quel punto mi risponde: "Bè, mi piacerebbe fare la pittrice", "Il poeta", "Lo scrittore", "Vorrei vivere all'aria aperta e cavalcare cavalli"... "ma tutti sanno che non si può guadagnare denaro in quel modo!"
Quando finalmente qualcuno mi rivela quello che vorrebbe veramente fare io gli dico: "Fallo. E dimentica i soldi."
Perché se ti convinci che guadagnare soldi sia la cosa più importante, vivrai la tua vita sprecando il tempo a tua disposizione. Farai cose che non ti piace fare per poter continuare a vivere. Questo significa continuare a fare qualcosa che non ti piace. Che è stupido.
Meglio avere una vita breve piena di ciò che ti piace fare, che una lunga vita spesa in modo misero. E alla fine, se ti piace veramente quello che fai, non importa cosa sia, potresti diventare davvero bravo. L'unico modo per diventare bravo in qualcosa è viverlo veramente.
E allora sarai in grado di ottenere grandi soddisfazioni.
Quindi, è molto importante prendere in considerazione questa domanda: "Che cosa desidero?"

                                                                                                                                                            Alan Watts


Ultimamente mi ritrovo a dover giustificare sempre più spesso le mie scelte, i rischi che prendo, le strade "diverse" che decido di prendere. Molti le giudicano con sufficienza visto che sono un'anomalia del sistema, uno che evidentemente negli schemi prestabiliti ci sta scomodo, "un artista".
Ma mi sono abbastanza rotto le scatole di questo, perché il punto non è essere un artista, o avere chissà che coraggio di affrontare un percorso con più ostacoli.
Il punto è fare ciò che si vuole fare -veramente-, fosse anche vivere allevando cavalli o diventare il campione mondiale di lancio del giavellotto.
Certo, ci sono più rischi da prendere, ma non sopporto questa assurda convinzione che dilaga (a suo modo, in -tutti- i contesti sociali, lavorativi o relazionali) secondo la quale rischiare non sia un atteggiamento corretto. Non si fa.
Non si deve rischiare, non vale la pena cercare di superare i propri limiti se si rischia di fallire, non si inseguono i propri sogni che tanto nella maggior parte dei casi sono solo illusioni e puntare alla possibilità di realizzarli veramente è da sciocchi.
Non camminare sul filo, Funambolo, che non c'è la rete.

Forse avrò letto troppi libri e fumetti, visto troppi film e serie televisive, giocato troppi videogiochi in cui il protagonista insegue il proprio obiettivo, anche se costa fatica e sforzi.
E non parlo per forza di imprese dispeate come salvare la principessa Zelda o gettare l'Unico Anello nel Monte Fato, ci sono tanti racconti in cui non c'è nessun eroe che lotta armato di spada e armatura.
C'è la giovane Maya che sogna di poter interpretare la Dea Scarlatta.
C'è Lotti che punta a diventare un campione di golf.
C'è la piccola Marjane che vuole sopravvivere al rigido regime iraniano.
C'è Guybrush Threepwood che vuole essere un temibile pirata.
C'è una bambina hawaiaana che vuole adottare quel bizzarro cane blu.
C'è Tristan che insegue la sua stella.
Ci sono tre barboni che durante la notte di Natale devono rintracciare i genitori di una neonata abbandonata.
C'è Scott Pilgrim che deve sconfiggere i sette ex-ragazzi malvagi di Ramona.
C'è il piccolo Charlie che vuole visitare una fabbrica di cioccolato.
C'è un ragazzo tredicenne che vuole salvare un'acrobata del circo della stessa età da una banda di cattivi che non molla mai.
C'è un bambino con la maglia a righe e la sua tigre di pezza che vogliono arrivare in fondo alla collina a bordo del loro carretto.

Chiamatemi folle, ma mi potete trovare in quel mondo lì.

venerdì 4 ottobre 2013

Scooby-Dooby-Doo, Where Are You?

Prima metà degli anni '90.
C'è un bambino che ha appena fatto merenda con pizzette e succhino di frutta. È seduto in poltrona a guardare la TV, stanno trasmettendo i vecchi episodi di Scooby-Doo. Ma mentre la Scooby Gang sta cercando di risolvere il mistero della settimana, quel bambino si appisola e sogna di entrare nel mondo dei cartoni animati...
In questo istante non sono sicuro al 100% di essere reale. Probabilmente sono solo il frutto dell'immaginazione di quel bambino, sono il protagonista di quel sogno.
Ma poco importa, me lo godo finche dura.

Sono nel cast del musical 'Scooby-Doo e il mistero della piramide'.
Per qualche mese scorrazzerò a bordo del furgoncino Wolkswagen dai colori psichedelici della Mistery Inc., calcando i principali palcoscenici d'Italia.
Emozione, entusiasmo, adrenalina.
La soddisfazione di constatare che tutto il tempo, denaro, sudore e sangue investiti in questi anni hanno dato i loro frutti.
Superare la prima audizione appena uscito dall'accademia e ottenere un ruolo così in fretta, complice anche la fortuna, non è qualcosa di così frequente. Di sicuro non ritengo di essere "arrivato", di strada ce n'è ancora tanta da fare, ma di certo è un ottimo inizio.

Passerò il mese di novembre a San Marino per montare lo spettacolo e poi via, si parte in tournée.
Ho potuto vedere il video della versione originale (francese) dello show e devo dire che c'è un materiale di partenza che promette davvero bene: scene e personaggi divertenti, canzoni stra-orecchiabili, un bel ritmo e idee interessanti.
Ho passato una giornata con gli altri componenti del cast e mi sembra un bel gruppo, sia dal punto di vista del lavoro che umanamente (ed è importante, eh, vista la convivenza forzata per mesi). Il regista poi mi sembra che abbia una visione particolarmente acuta e ci ha già svelato alcune modifiche per migliorare ulteriormente lo spettacolo.
Insomma, credo proprio che sarà un gran bel family-show, sopra la media italiana.