lunedì 22 ottobre 2012

Rischiatutto

Nella mia blog-vita precedente, mi sono reso conto più volte di trattare per molti post consecutivi la mia vita teatrale, scusandomi coi miei 25 lettori della monotematicità e passando poi a parlare di altro.
Quasi come fosse una colpa.
Arrendendomi all'evidenza di quanto fosse importante il teatro nella mia vita, lo sfondo di queste pagine è un sipario rosso, consapevole di quale sarebbe stato l'argomento predominante. E ora mi rendo conto che sono riuscito, senza rendermene conto, a non scriverne per tutta l'estate. Che incoerenza.
Cosa ho imparato? È inutile chiudere tutto in compartimenti stagni. La vita esterna, il teatro... Non c'è solo una delle due, nessuna metà della mia esistenza ha più peso dell'altra e sono addirittura strettamente collegate, in modo indissolubile al punto da essere quasi indistinguibili.

Me ne sono reso conto in particolare nelle ultime settimane.
Quando il destino ha deciso di mandarmi un messaggio, utilizzando tutti i canali che aveva a disposizione per comunicare con me.
Suggerimenti di insegnanti, libri piombati tra le mie mani nel momento giusto, nuove filosofie per calcare il palcoscenico, autovalutazioni del passato, progetti che sto scribacchiando, suggerimenti dati alle persone che ho attorno, ipotesi sui bivi che ho di fronte...

Rischiare.

E se si fallisce? ...poco male, gli errori fanno parte della vita, se non ne facessimo non saremmo umani.

Chi non ha mai fatto un errore, non ha mai provato qualcosa di nuovo.
Micheal Jordan nella sua carriera ha sbagliato più di 9000 tiri e ha perso più di 300 partite.
Se avesse avuto paura di questi fallimenti, forse non avrebbe mai tentato nulla, privandosi molte vittorie.
O anche solamente l'esperienza del tentativo.

Uno dei più grandi ostacoli alla felicità è l'incertezza nel cambiamento.
Non sapere quale sarà il risultato può creare molto stress, se la preoccupazione prende il posto all'avventura.
Magari qualcosa non funziona, ma qualcos'altro lo farà.

Il primo passo per vivere la vita che si desidera, è lasciarsi alle spalle la vita che NON si desidera.
Non fare azioni è comunque un'azione. Una persona -sceglie- di non muoversi, di non fare nulla; è una decisione (presa più o meno consapevolmente). Poi ci sono i cosiddetti "fattori esterni" che sono fantastici alibi per non decidere, per non assumersi la responsabilità, per dare la colpa a qualche forza superiore.  
Per affrontare tutto ciò ci vuole coraggio.
"Coraggio", termine che deriva dal latino "cor habeo" e significa "ho cuore".
Cuore, sangue pulsante, vita.

Per vivere veramente, è indispensabile osare.
Salta nel vuoto, e la rete comparirà.

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