mercoledì 8 gennaio 2014

Il Colore del Grano

Durante gli ultimi mesi di accademia, speravo come tutti i miei compagni di superare un’audizione e magari essere preso in una grande produzione che sarebbe partita per una tournée nei principali teatri italiani. Se non si fosse mosso nulla, avrei avuto tanto tempo libero a disposizione che avrei sfruttato per sviluppare i vari progetti nel cassetto e, chissà, magari nel giro di qualche mese il primo avrebbe anche preso forma su un palcoscenico. Mai mi sarei immaginato di ritrovarmi impegnato su entrambi i fronti.


Negli ultimi 3 mesi, durante lo studio, le prove e le repliche di Scooby-doo e il Mistero della Piramide, è spuntato all’improvviso Il Piccolo Principe.
Ero lì, nel deserto, indaffarato ad aggiustare il mio aeroplano, e mi ha chiesto di disegnargli uno spettacolo. Si può dire di no al Piccolo Principe?
E così eccomi per la prima volta a organizzare seriamente uno spettacolo che potrà e dovrà essere distribuito al di fuori della cerchia ristretta in cui sono abituato a muovermi.
L’ho scritto, l’ho diretto, l’ho prodotto. Mi sono ritrovato a pensare ai costumi (qualcuno ha osato darmi dello “stilista”), a ideare e costruire scenografie, a fare shopping alla ricerca di vestiti e accessori... insomma, per una volta non ho messo piede sul palco.

Da anni mi sento ripetere che sarei portato anche per questi ruoli all'interno della macchina teatrale, e finalmente ho avuto l'occasione di mettermi alla prova, con un piccolo grande spettacolo in cui ho messo l'anima.
Il fato ha voluto che il giorno in cui il mio primo spettacolo è andato in scena io non potessi essere in platea, impegnato sul palcoscenico di un'altra città. Questo ovviamente mi ha fatto provare emozioni contrastanti durante la rappresentazione del Piccolo Principe, a decine di chilometri di distanza dal sottoscritto.
Ma sapere che le cose sono filate per il verso giusto, che i bambini spalancavano le bocche dallo stupore, che una mia idea è riuscita a prendere forma nonostante gli ostacoli, i miei pensieri strambi da realizzare, i tempi stretti... Bè, sono felice.
Ora si comincia a lavorare con più calma per smussare gli angoli e proporlo in giro, perché il Piccolo Principe è curioso e vuole visitare più pianeti possibili.
Ed è incredibile (o forse no) quanto un piccolo progetto personale come questo possa darmi la stessa soddisfazione di calcare i più grandi teatri italiani con un altro spettacolo...

Mentre intorno a me continuo a vedere altre mentalità, sicuramente più facili e più remunerative, io rimango sulla strada del maggior sacrificio per perseguire una maggior qualità.
Ho appena cominciato questo mio cammino da idealista, sulla lunga distanza capirò se l'entusiasmo e la tenacia mi aiuteranno ad arrivare alla meta, senza prendere scorciatoie.

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